Così è nata la sezione Lavori sul Jonah per ora ci sono solo 3 articoli ma crescerà! Lo spirito è quello di condividere con voi tecniche e risultati. Lasciateci i vostri commenti e soprattutto.... buon lavoro!
domenica 9 dicembre 2012
I lavori sul Jonathan
Si sà, una barca va curata e coccolata cercando di prevenire ed intervenire per tempo, cercando di abbellire e rendere funzionale nello stesso tempo lo spazio, le strutture e le manovre di bordo.
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venerdì 16 novembre 2012
Il nuovo viaggio
Se volessimo essere scaramantici, di
sicuro pubblicheremmo tutto questo una volta salpati e sarebbe
tardi per chi volesse organizzarsi e passare a bordo con noi parte
del viaggio che intraprenderemo la primavera prossima.
Il Jonathan salperà da Cagliari verso
gli inizi di maggio rotta verso Pantelleria per visitare l'isola e
poi in Sicilia dove costeggerà la costa sud fino a Siracusa. Da qui
si traverserà fino a Zakintos per poi scendere verso sud seguendo la
costa orientale fino ad arrivare a Creta non più tardi di metà
giugno, quando il Meltemi comincia a farsi sentire.
Da li, sempre a sud dell'isola, faremo
rotta verso est per arrivare alle isole del Dodecanneso, risalendole
e visitandole a seconda .. del vento.
Al riparo del Meltemi nei mesi di
luglio e agosto ci godremo quanto più possibile quello che la natura
e la storia millenaria di questo arcipelago ci offrirà.
Le Cicladi le affronteremo a settembre,
quando metteremo la prua sulla rotta del ritorno, passando questa
volta al nord della Sicilia e rientrando a Cagliari a ottobre.
Rispetto all'ultimo viaggio contiamo di
fermarci più spesso nei porti e porticcioli della Grecia che non
hanno le folli tariffe dell'alta stagione qui in Italia e
approfittare dell'ormeggio sicuro per visite un po' più all'interno.
Chi vorrà venire a trovarci per una o
più tratte dovrà condividere i ritmi dell'andar per mare, la vita
di bordo e lasciare a casa la frenesia della vita quotidiana. Sarà
un viaggio diverso dalla classica 'vacanza in barca'.
In questi mesi stiamo preparando il
Jonathan per questa nuova avventura: vele nuove, generatore e
manutenzione meticolosa contemporaneamente stiamo definendo nel
dettaglio rotta, porti e date.
Vi terremo informati.
Per chi volesse venire sia a
gironzolare tra le isole, sia per fare le traversate impegnative, non
ha che da contattarci.
domenica 7 ottobre 2012
Il Marina che non c'è
Non può esistere, almeno qui in Italia dove tutti si assicurano che il proprio ormeggio sia dotato di tutti i comfort e dove si guarda la barca del vicino per vedere se è più bella o più pulita della propria.
Dove 'non fa' stendere i panni sulle draglie e di contro di notte il concerto delle drizze che sbattono sugli alberi più che una musica è un noioso richiamo al menefreghismo di chi se ne sta a casa propria a dormire. Il marina deve avere il wi-fi, il 'bar' e il 'club di quelli che', il gommone super lindo di chi ti aiuta all'ormeggio previo pagamento extra anche se non ha idea da dove tenere la prua della tua barca se non sei proprio bravo ad evitare che si abbatta quando il vento si alza a più di cinque nodi.
Invece esiste, almeno credo perché ancora fatico a più di un anno, a credere che questa realtà – praticamente a ridosso di una città come Cagliari – sia operativa e ingolfata di naviganti da tutto il mondo.
Un accenno sui classici portolani senza neanche il canale VHF di contatto (13) e spalmata tra le numerose possibilità di ormeggio nel Golfo degli Angeli. Il ben più affidabile TAM-TAM dei naviganiti di tutti i mari la annoverano tra le più papabili ed infatti qui non si trovano persone comuni.
Bohemien è dir poco: un misto di autoctoni veramente innamorati della propria 'figlia' che escono in mare a far due bordi appena possibile, che li vedi intenti a sistemare comenti, alberi e vele senza chiamare l'esperto a pagamento. Trovi barche di tutte le nazioni che arrivano veramente da lontano, piantine sui giardinetti (e dove se no?) barche in legno, ketch d'annata e barche in acciaio dove basta guardarle e senti senza nessun ausilio che ben altri mari hanno solcato.
I pontili non sono che uno slalom tra antenne satellitari fissate da chi 'navigo, ma mi fermo per un pò' biciclette, secchi del bucato, gente che lava le vele e che ripara la propria creatura, naviganti che portano a spasso il loro cane o che arrivano con la cambusa della giornata, cavi di alimentazione e pompe dell'acqua: nessuno tocca nulla.
Basta dare un occhio al gazebo: mix di culture, bancone dedicato allo scambio di libri, bombole del gas, lanterne e vecchie foto, previsioni meteo (quelle serie) ed annunci in tutte le lingue, spazio della posta e pacchi di chi ha eletto qui la propria residenza.
Una Marina viva, anche di inverno quando il maestrele batte violento, barche e barchette con persone 'vive e vegete' che ci vivono e che, alla sera, si ritrovano nel gazebo a fare la grigliata dove tutti portano qualcosa, dove si parla di vita e di dove si andrà a prescindere dai racconti di mare e da spacconate tipiche di chi vuole impressionare gli astanti. Il giovedì chi sa suonare uno strumento è ben accetto, ad ogni compleanno si festeggia e se hai bisogno di un consiglio qualcuno lo trovi di sicuro.
Alla Marina è associato un cantiere, si quei cantieri dove ti alano la barca per far carena o sistemare i danni del tempo e del mare, un cantiere sempre zeppo mentre i vicini super fighi sono vuoti, un cantiere dove trovi gli stessi naviganti che dormono sempre in barca anche se è a terra, dove li vedi alla mattina pronti con pennello e antivegetativa sotto le carene dele loro innamorate.
Il Jonathan si trova bene qui, è contento perchè può scambiare due chiacchere con il vicino appena arrivato dalla grecia, dall'isola di Man, o da ben più lontani posti e sperare in cuor suo di poter ricalcare le stesse rotte. Si trova bene perchè il vicino sa come ormeggiare e come le trappe e le cime devono essere tesate per non dar noia, di come in parabordi devono essere posizionati.
Si parla inglese, francese (tedesco no, loro sono un pò più snob e qui non vengono), spagnolo e anche finlandese, si ascoltano i suggerimenti di tutti, si guardano le soluzioni adottate e non quanto sia più bella o più 'piccola' la barca di fianco, ci si confronta e si parla.
Abbiamo appena salutato Pedro ed il suo cane sul ketch di 17 metri che lo porterà il Algeria a trovare sua(?) moglie e le sue figlie; con una disarmante panoramica della sua barca ci illustra che NON HA: gps, cartografico, autopilota, radar... tutte cose che si rompono: un bel sestante, carte, matita, squadrette, VHF SSB e via... ci sentiamo un pò fuori luogo...
Chi riesce a tenere insieme tutto ciò? Chi riesce a sopravvivere in quest'era di consumsmo dove se il Marina non ha l WI-FI, la navetta per il centro, il barman dietro il bancone è tagliata fuori?
Antonello.. un binocolo, un vhf, degli aiutanti, un gommone sgualcito e tanto amore per le barche. Lui è il deus ex machina di tutto l'ambaraban. Lui ti ala la barca con la gru in modo impeccabile, ti spiega e ti racconta di quando e di cosa, ti consiglia su come togliere e dare l'antivegetativa o su come sistemare il timone, ma non invade, solo consiglia.
Sembrerebbe naturale trovarlo in una isola del pacifico approdato dopo mille vicissitudini di mare e burrasche e invece è a pochi passi dalla centralissima via Roma qui a Cagliari dove, anche grazie a questa atmosfera, ci siamo fermati in attesa di prendere il largo, Speriamo presto.
In questi pontili ci sono anche barche ormeggiate da più di un lustro e che mai più molleranno gli ormeggi insieme alle persone che ci abitano, qualcuno ce la fa dopo un paio di anni altri oramai non penso abbiano chances a riguardo: fiocchi sbrindellati e rande inesistenti, case galleggianti che ospitano solo ricordi e persone che sono ricordi di loro stesse. Anche questo fa parte della magia di questo angolo che non c'è.
Ieri è arrivata una vela di francesi, ma sicuramente giramondo, lo si vede dalla attrezzatura. Ha preso il posto di un veliero appena partito che ha lasciato l'ormeggio per chissà dove mentre questa estate era un via vai di vele di passaggio in rotta verso il nord o verso il sud, tante hanno sostato dove il Jonathan stanzia normalmente e tante, dopo il nostro ritorno si sono ormeggiate di fianco, ma solo a dritta perchè a sinistra c'è un motoscafo fermo immobile da tempo abitato dal proprietario 'sfrattato' dalla moglie..chissà perchè..
domenica 23 settembre 2012
Un allegro WE, col tacer del mal di mare
Due giorni all'insegna di una buona veleggiata con due amici che ci raggiungono per provare cosa vuol dire fare un week end 'diverso': mai messo piede a bordo di una barca tranne i traghetti.
Gli amici di Monica si presentano all'imbarco venerdì sera: per primo arriva Andrea, soffia a 30 nodi in porto, ma il Jonathan è saldamente ormeggiato in banchina. Andrea sale, solita spiega su cosa fare e non fare in barca (toilette inclusa) e poi ci si siede in quadrato per fare due chiacchere.
Monica, col tatto di un rinoceronte in una cristalleria, si lancia in una spiega su burrasche e sul fatto che l'indomani se anche cala, si dovrebbe uscire con vele ridotte ecc ecc.. io cerco di mediare, ma Andrea comincia a sbiancare e dire... 'già sento che si muove'...
Arriva Mirko.. anzi, 'comincia' ad arrivare da quanto è grosso e finisce di arrivare dopo un pò: un energumeno pallavolista che - per fortuna - riesce a stare ritto in dinette grazie alle generose dimensioni del Jonathan.. lo vedo bene nella cabina, ma già ci sono state persone 'importanti'.. penso: almeno chi mette a riva la randa questa volta c'è!
Ospite d'onore mia figlia Silvia, che già sogghignava di nascosto.
Come previsto l'indomani il vento cala e si salpa verso est con l'intenzione di fermarsi appena scapolato Villasimius in zona Punta Molentis. Andrea è ancora atterito e la mente gli dice che 'sta male', per cui, tutti si accaniscono sul porello chiedendogli in continuazione come sta.
Punta Molentis è strapiena, si ripiega su Porto Giunco, ma si rolla in modo inaccettabile sempre per lo sventurato per cui si risalpa e ci si ridossa a Golfo Carbonara dove gli intrepidi si avventurano con la canoa a riva e si 'spengono' sulla spiaggia per un ora abbondante.
Notte tranquilla e rientro a vela fino a Cagliari da dove noi ripartiremo due giorni dopo verso ovest, ma questa è un'altra storia..
Gli amici di Monica si presentano all'imbarco venerdì sera: per primo arriva Andrea, soffia a 30 nodi in porto, ma il Jonathan è saldamente ormeggiato in banchina. Andrea sale, solita spiega su cosa fare e non fare in barca (toilette inclusa) e poi ci si siede in quadrato per fare due chiacchere.
Monica, col tatto di un rinoceronte in una cristalleria, si lancia in una spiega su burrasche e sul fatto che l'indomani se anche cala, si dovrebbe uscire con vele ridotte ecc ecc.. io cerco di mediare, ma Andrea comincia a sbiancare e dire... 'già sento che si muove'...
Già si muove.. |
Arriva Mirko.. anzi, 'comincia' ad arrivare da quanto è grosso e finisce di arrivare dopo un pò: un energumeno pallavolista che - per fortuna - riesce a stare ritto in dinette grazie alle generose dimensioni del Jonathan.. lo vedo bene nella cabina, ma già ci sono state persone 'importanti'.. penso: almeno chi mette a riva la randa questa volta c'è!
Mirko alla drizza di randa |
Ospite d'onore mia figlia Silvia, che già sogghignava di nascosto.
Come previsto l'indomani il vento cala e si salpa verso est con l'intenzione di fermarsi appena scapolato Villasimius in zona Punta Molentis. Andrea è ancora atterito e la mente gli dice che 'sta male', per cui, tutti si accaniscono sul porello chiedendogli in continuazione come sta.
Punta Molentis è strapiena, si ripiega su Porto Giunco, ma si rolla in modo inaccettabile sempre per lo sventurato per cui si risalpa e ci si ridossa a Golfo Carbonara dove gli intrepidi si avventurano con la canoa a riva e si 'spengono' sulla spiaggia per un ora abbondante.
Notte tranquilla e rientro a vela fino a Cagliari da dove noi ripartiremo due giorni dopo verso ovest, ma questa è un'altra storia..
venerdì 14 settembre 2012
Due mesi a bordo.
Era il 6 luglio dell'anno scorso ed il Jonathan entrava a far parte della nostra famiglia: il tanto atteso momento in cui, saliti a bordo ed appoggiato i nostri bagagli personali, ci siamo resi conto di questo e che era finalmente arrivato.
Ci aspettavano 1.400 miglia per portarlo a 'casa', ma le presentazioni di rito non erano certo bastate per poter darci del 'tu', ci avremmo provato durante il viaggio.
Un viaggio conoscitivo, fatto a volte col fiato sospeso non sapendo come si sarebbe comportato sotto le raffiche delle due burrasche incontrate, fatto di continue scoperte e..serraggi di bulloni, ascoltando i suoi brontolii e le sue risate, ma mai completamente rilassati.
Ci avevano detto che un anno non sarebbe bastato per conoscerlo a fondo e, col senno di poi, devo ammettere che ora lo conosco....giusto un pò.
Sò come è cablato, come funzionano i vari impianti, gli strumenti di bordo quasi nella loro totalità, di cosa ha bisogno e di quello che non sopporta, ma ancora è ben lungi il momento in cui si possa dire che non ha più segreti.
Un viaggio lungo un mese con poca attenzione alla vita di bordo dei compagni di viaggio e completamente concentrati a capire, conoscere, imparare. Il Jonathan è un cavallino di razza impegnativo e pretenzioso che però sa regalare soddisfazioni senza eguali.
Non bastava, mancava qualcosa e quest'anno si è provveduto: la 'gestione' della vita di bordo, un test di 1.050 miglia in un mare non facilissimo come la Sardegna e la Corsica.
Il 'non facilissimo' stà soprattutto per l'impegno con cui si devono affrontare anche poche miglia e l'umore ballerino dei venti che sono un bel test di pazienza e sopportazione.
Eggià, per chi esce il we di bel tempo o quattro settimane d'estate, poco importa una gestione della vita come se fosse a casa, poco importa passare poche notti accampati in un sacco a pelo, fare risparmio d'acqua per un pò (tanto poi si torna a casa) oppure volere ed avere tutte le comodità che si hanno nella vita terricola. Per la grande maggiornanza la propria barca è come una bella amante del periodo estivo da ritrovare ogni anno e rimettere in naftalina quando le giornate non sono più così invitanti.
Noi dovevamo vedere e provare come funziona la nostra vita in previsione di stare a bordo lunghi periodi, anzi, completare il nostro progetto facendo diventare il Jonathan 'la nostra casa'.
Non solo a livello funzionale, ma – importantissimo – a livello gestionale. Quanto tempo riusciamo a non scendere a terra perchè ne sentiamo il bisogno? Quanto consumiamo di energia o di acqua al giorno? Cosa riusciamo a fare e a non fare in due a bordo? Quanto siamo autonomi per problemi di ordinaria manutenzione? Gli spazi che offre il Jonathan sono sufficenti per una convivenza come la intendiamo noi?
A queste e a tante altre domande dovevamo trovare risposta e non solo, dovevamo capire se riuscivamo anche a 'sopportare' amici a bordo per più giorni senza....perderli in mare 'involontariamente'..
Bene, abbiamo quasi tutte le risposte.
Per l'autonomia siamo quasi a posto e abbiamo constatato che il Jonathan ci permette di convivere nei suoi spazi e nei suoi tempi senza problemi, anzi.. i ritmi che abbiamo preso in questi due mesi ci hanno riconciliato col tempo e le distanze dandoci la giusta misura di una giornata dal sorgere al tramontare del sole, conquistando col vento distanze risibili al giorno d'oggi dove tutto è scandito dalla 'velocità' e dal poco tempo, dallo stress e dal fare quanto più possibile il più velocemente possibile.
Sono riuscito a fermarmi e a pensare, a godere di molte albe e molti tramonti senza mai stancarmi, ho rivitso il cielo stellato con tutta la via lattea prima che nascesse la luna e ho smesso di fare le foto a queste meraviglie perchè non sono bravo a trasmettere quanto erano belle (o non sono bravo o forse non ci si riesce?). Ho scoperto il 'profumo della catena' sempre diverso ogni volta che si salpa l'ancora da una rada diversa.
Ha funzionato, il Jonathan può essere la nostra casa e con gli amici che sono stati con noi siamo riusciti a convivere anche se - e lo capisco benissimo – il tempo a loro disposizione non era il nostro e che noi siamo dei privilegiati in questo.
Abbiamo scoperto diversi modi con cui la gente vive la vela, che per alcuni una barca a vela non ha anima, non fa nessuna dfferenza che barca sia nè come sia: basta che abbia le vele; beh, massimo rispetto per le opinioni altrui e chissà quante altre diverse dalle nostre ne troveremo, ma chiudo citando un navigante che ha fatto un pò più miglia di noi:
'Chi non sa che un veliero è una cosa viva, non capirà mai niente della barca e del mare'
(Bernard
M.)
giovedì 30 agosto 2012
Fine.....per ora.
Ripartiti da Porto Frailis (Arbatax) dopo tre notti di relax, scendiamo con un vento che non ne vuol sapere di essere in linea con le previsioni, ma che fa il suo dovere e ci porta fino a Portu Pirastu, incantevole e praticamente deserto.
Decidiamo di rimandare ancora di un giorno il rientro e lasciare le ultime 20 miglia alla mattinata del 29: appena superata Villasimius scegliamo una rada e buttiamo l'ancora.
In fondo in questo viaggio abbiamo toccato solo 5 porti dove abbiamo passato la notte (Olbia esclusa perchè è stato solo uno scalo tecnico e non per scelta) e ora, faticando a camminare diritti, torniamo alla casa senza vele sperando sia per poco.
Grazie Jonathan, allegro brontolone e paziente insegnante dell'andar per mare.
venerdì 24 agosto 2012
Rotolando verso SUD
Stiamo
'Rotolando verso Sud', Momi, io e il Jonathan con tutta la calma e la
libertà del mondo. Una gioia lasciar scorrere il tempo senza
l'angoscia o la fretta di dover essere per forza da un'altra parte il
giorno dopo, convinti sempre più che la scelta di muoversi col vento
sia veramente una scelta a 'misura' così le giornate hanno ripreso
la loro durata col sole che sorge e che tramonta e le distanze che si
sono rimesse nella giuste proprozioni.
Finalmente si lascia la tanto decantata Costa Smeralda che è sicuramente da visitare ben lontani dalle orde dei vacanzieri pseudo velisti e marinai di gommoni (che devo dire quest'anno - -i primi - non sono abbondati) aspettando che ritornino nelle loro città raccontando le meraviglie viste e le prodezze vissute. Meglio così però: più si concentranolì e più il resto della Sardegna rimane la meraviglia che pochi conoscono.
Ci si ferma in porto a La Caletta
(Siniscola) giusto per prendere una macchina e girellare nell'interno
tra il parco del Gennargentu, i paesi della Barbagia, il Supramonte e
Orgosolo.. posti che fino a qualche decennio fa era meglio evitare...
comunque non sono paesi che si possono definire 'belli': posizione
invidiabile su vallate mozzafiato, ma costruzioni brutte e una
gestione edilizia che lascia basiti.
domenica 19 agosto 2012
Andata e ritorno ad Ajaccio
E anche questa settimana è finita, Cinzia e Patri sbarcano e noi mettiamo la prua a sud per veleggiare con calma verso il porto di Cagliari.
Una bella settimana con tante miglia gran parte a vela, vento e tempo ottimi.
Dopo tre settimane con amici a bordo,
riprendiamo i nostri ritmi felici di aver passato bei momenti in
buona compagnia e felici di ritrovare la nostra dimensione, di questa
esperienza scriverò un post a parte.
Presa la decisione insieme alle amiche
rimaste a bordo si risale la costa Corsa fino a Ajaccio.
La Corsica occidentale ci ha fatto
tornare un po' agli anni '70: spiaggie e acque bellissime e quasi
deserte – siamo nella settimana centrale di agosto – Ajaccio con
la sua aria molto 'ligure' dove ci saremmo fermati anche di più se
il tempo lo permetteva, ci ha portati per caso dentro la chiesa di
S.Erasmo, protettore dei marinai..guarda caso..
Curiosità: L'acqua del porto è
talmente pulita e trasparente da far invidia a parecchie baie
dell'arcipelago della Maddalena, con tanto di colonie di 'spirografi'
al posto delle classiche 'cozze'..
Il problema di questa costa è la sua
esposizione al maestrale e l'esiguità di ridossi veri quando carica,
però non ha paragoni con quella orientale dove, facendo i conti, le
baie belle sono poche e concentrate al sud (e affollate).
Dalla pace selvaggia della Corsica
eccoci al 'traffico' dell'arcipelago – non ci mancava. Sosta a
Porto Palma, una delle sedi del centro velico Caprera all'isola
omonima dove Cinzia e Patri scendono a terra a trovare allievi della
scuola avventurandosi di notte con il nostro 'tender': noi andiamo a
nanna presto con la speranza di ritrovarle a bordo la mattina dopo :)
Baia molto carina, ma l'acqua
cristallima 'fa diverso'... Ci siamo ancorati sotto l''Orso' della
baia delle saline dove abbiamo incontrato un amico caro di Momi che
non vedeva da 2000 anni e ora si fa un piano per la prossima sosta.
sabato 28 luglio 2012
Porto Taverna
Bene bene, ci siamo rimessi in pace col
popolo dei naviganti, almeno per ora. Due giorni a Porto Taverna, una
baia incantevole con il giusto affollamento e velisti, soprattutto
francesi, che si sono goduti la pace e la tranquillità del posto.
La baia, quella a SW è riparata con
splendide baiette, sabbia fine e rocce di granito: più o meno la
Sardegna che si vede in cartolina. Durante il giorno c'è il solito
via vai di gommoni e ferri da stiro, alla sera verso le 5 cominciano
ad arrivare le vele per la notte.
Noi ci siamo dilettati nella pulitura
degli 'ottoni' e lavori di pellame, che pubblicheremo in una sezione
apposita.
Oggi si salpa per Olbia, a circa 10
miglia – di cui 7 tra golfo e entrata nel porto – perché domani
ci raggiungono tre nostri amici. Faremo rifornimento di acqua e
cambusa per poi salpare verso nord: Corsica ed Elba.
giovedì 26 luglio 2012
Zum pa pà
Mollati gli ormeggi da Cannigione ci
spostiamo verso sud iniziando l'avvicinamento a Olbia, dove tra pochi
giorni tre nostri amici ci raggiungeranno per condividere un
pezzettino del viaggio. Decidiamo, avendo tempo, di fare poche miglia
e ancorarci a Golfo Pevero. Una decina di miglia in mezzo ad un
traffico sostenuto e a qualche 'pirla' che si sente offeso se viene
superato come in autostrada.. bandiera ovviamente italiana :-)
Com'è giusto in questa stagione le
barche son tante e la spiaggia è trafitta da ombrelloni con famiglie
in vacanza che giocano a tamburello e girano in pedalò.
Il copione si ripete: i ferri da stiro
se ne tornano in porto verso sera , rimaniamo in pochi e pochi se ne
aggiungono, perlopiù tedeschi e francesi. La baia svuotata è
veramente bella, peccato che una barca abbia deciso di passare una
notte qui con musica a manetta.
Penso: va bene che siamo in periodo
vacanziero, va bene che Porto Cervo è a un miglio da qui, va bene
che forse la tua idea di stare in barca è diversa dalla mia (e da
quella di tante altre persone), ma devi venire a rompere i maroni
proprio qui dove tutte le altre vele se ne stanno tranquille a
godersi le stelle e a fare due chiacchere? Purtroppo non abbiamo
imbarcato i siluri per motivi di spazio e gli RPG gli abbiamo
dimenticati, ma la prossima volta muta, bombole e vado a aprigli una
nuova 'presa a mare'... Rimane la consapevolezza che da qui in poi
queste situazioni si ripresenteranno numerose e c'è da capirli in
fondo: dopo un anno passato in città a fare Happy Hour, ad andare in
disco e a vedere canale 5 si ha bisogno di ballare un po' e accendere
la tv per non perdere la puntata del gabibbo, saranno già tristi che
emilio fede non c'è più, e, se non lo si fa in rada dove se no?
martedì 24 luglio 2012
Un Olivastro di quattromila anni
Succede che le previsioni sbaglino di un giorno, in fondo cos'è un giorno? Per noi una seccatura perché non possiamo mettere il naso fuori dal porto avendo una traversia di 30 nodi che ci spiattellerebbe sulla barca di fianco appena mollata la trappa, per una farfalla è tutta la sua vita che per noi è quantomai effimera e probabilmente così ci vede l'Ulivo che da più di 4.000 anni ci vede passare sotto le sue fronde.
Una emozione strana stare seduti sulle sue radici, toccare i suoi rami e guardare le piccole olive appena germoliate.
Tanta energia, tanta pace e la consapevolezza che oltre che 'vivo' sei seduto su un essere che ha una coscienza 'diversa', una dimensione alla quale noi non possiamo accedere perchè troppo chiusi nella nostra quotidianità e nelle nostre limitate dimensioni percepite da i soli 5 sensi.
Beh, una bellissima esperienza, molto intima e ci sarebbe voluta una macchina fotografica troppo speciale per catturare anche per un solo istante, tutte queste senzazioni.
Una emozione strana stare seduti sulle sue radici, toccare i suoi rami e guardare le piccole olive appena germoliate.
Tanta energia, tanta pace e la consapevolezza che oltre che 'vivo' sei seduto su un essere che ha una coscienza 'diversa', una dimensione alla quale noi non possiamo accedere perchè troppo chiusi nella nostra quotidianità e nelle nostre limitate dimensioni percepite da i soli 5 sensi.
Beh, una bellissima esperienza, molto intima e ci sarebbe voluta una macchina fotografica troppo speciale per catturare anche per un solo istante, tutte queste senzazioni.
domenica 15 luglio 2012
Cala di Volpe..e chi l'avrebbe detto?
Lasciamo Porto Brandinchi che pur essendo ben riparata dai venti del III quadrante, non lo è abbastanza per le previsioni di un Maestro oltre i 30 nodi. In queste coste bisogna controllare molto bene l'orografia e il possibile 'giro' del vento: isole, canali, colline fanno sì che una baia riparata diventi un problema nel bel mezzo della notte.
Il nostro mentore non ci dà alternative: Cala di Volpe.. e allora cala sia: una trentina di miglia veramente gustose circumnavigando Molara, Tavolara e costeggiando questa meravigliosa costa e ci accorgiamo di essere giusti in rotta solo notando l'aumentare via via delle dimensioni dei 'ferri da stiro' e delle barche a vela. Ci ancoriamo giusto all'ingresso del canale del famoso Hotel che porta lo stesso nome (o è la cala che ha preso il nome da lui?) e qui, con alle spalle piroscafi che fanno concorrenza ai traghetti della Tirrenia, sia per dimensioni che per fascino, ci sono una decina di vele che cercano riparo.
Da stanotte soffia a 25/30 nodi e noi, per fortuna, siamo sopravento all'utima arrivata: un charter con su degli Inglesi che hanno tutta l'aria di trovarsi meglio in un pub a mandar giù una birra che su un ponte a mandar giù l'ancora...
Stando alle previsioni dovrebbe durare fino a domani pomeriggio, abbiamo tutto il tempo di tracciare una rotta per i prossimi giorni.
Qui non saremo mai e poi mai venuti a dar fondo all'ancora: super yacht, super albergo, billionaire, la cicci, il fuffo, celio.., tender (entrobordo) che fanno la spola piroscafo-hotel-piroscafo e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la Sardegna di come la maggior parte delle persone del 'continente' la intende e se la immagina: solo una 'disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera'.
Da stanotte soffia a 25/30 nodi e noi, per fortuna, siamo sopravento all'utima arrivata: un charter con su degli Inglesi che hanno tutta l'aria di trovarsi meglio in un pub a mandar giù una birra che su un ponte a mandar giù l'ancora...
Stando alle previsioni dovrebbe durare fino a domani pomeriggio, abbiamo tutto il tempo di tracciare una rotta per i prossimi giorni.
Qui non saremo mai e poi mai venuti a dar fondo all'ancora: super yacht, super albergo, billionaire, la cicci, il fuffo, celio.., tender (entrobordo) che fanno la spola piroscafo-hotel-piroscafo e chi più ne ha più ne metta. Insomma, la Sardegna di come la maggior parte delle persone del 'continente' la intende e se la immagina: solo una 'disgustosa ostentazione di plutocratica sicumera'.
giovedì 12 luglio 2012
La Caletta - Siniscola
Ieri ci siamo 'sparati' quasi 50 mn per ormeggiare al porto di La Caletta.
Viste le previsioni e considerando il fatto che il golfo di Orosei, tanto bello quanto improponibile per una notte dato le condizioni orografiche e i consigli di chi qui ci naviga da illo tempore, ci ha fatto decidere di saltarlo con la nota di poterlo fare al ritorno.
Infatti, da quando siamo partiti, le previsioni danno NW alla mattina con rotazione a SW in aumento, il che, tradotto in pratica, ci trova ogni santo giorno a combattere con 25 knt al pomeriggio sottocosta al fine di trovare un posto decente per dar fondo all'ancora.
Ieri ormeggio impegnativo visto il poco spazio disponibile e 25 knt in porto...staremo qui fino a domani - forse - viste le previsioni. Nulla di che, da questo versante della Sardegna siamo ridossati dali venti del IV quadrante e poco da quelli del II, ma il maestro imperversa a 30knt appena + sù.
Poca cambusa, siamo ancora ben forniti e con tanta acqua: in tutti qst giorni dovremmo aver consumato meno di 100l: buon training per i ns progetti (a parte che il dissalatore - ma consuma energia - lo abbiamo usato solo per riempire un lavandino e sciacquare dal sale alcuni indumenti.
Si vedrà domani...
..continua..
martedì 10 luglio 2012
Porto Frailis
Ed eccoci ancora un pò più a nord, lasciata Cala Sa Figu, siamo saliti per circa 40 miglia fino ad arrivara ad Arbatax, o meglio, nella cala a sud del capo Bellavista dove, solo il promontorio del faro ci separa dal porto vero e proprio.
La baia è molto bella con annesso paesino molto turistico, anche se di turismo come si intende qui ancora - per fortuna -non ce ne è traccia: siamo ancora in zone non frequentate da motoschifi e turisti super danarosi o finti tali.
Siamo scesi a terra solo perchè volevamo rimpinguare la cambusa con della verdura fresca, altrimenti avremo fatto a meno: Un micro market frequentato soprattutto da autoctoni, un camping e un albrego, ma principalmente turismo locale (sardo).
Siamo ancora autonomi: energia con parsimonia e un pò di motore per ricaricare anche se in due giorni le batterie sono al 70% e acua no problem; il dissalatore è ancora a riposo perché dei 400 litri imbarcati alla partenza non ne abbiamo consumati neanche 200 (nel prossimo post vi raccontiamo come).
Oggi si vedrà, probabilmente puntata all'isola dell'Ogliastra (Golfo di Orosei) e poi ancora su.
Buon Vento!
domenica 8 luglio 2012
Cala Sa Figu
Appena doppiato Capo Ferrato ci fermiamo in questa cala meravigliosa dove, viste le previsioni ci staremo fino a domani.
Siamo l'unica barca alla fonda e la spiaggia è raggiungibile via terra solo con fuoristrada = pochissima gente ieri che era sabato.
L'acqua è talmente bella ci aspettiamo da un momento all'altro di vedere qualche pesce tropicale nuotarci attorno.
L'atterraggio non è stato facilissimo perchè non ci sono carte dettagliate e dal satellite risultava uno spazio utile relativamente ridotto da scogli sommersi, ma Momi è stata bravissima ad individuare i punto giusto.
Abbiamo notato che, nonostante le previsioni che consultiamo siano affidabili, in questa zona, verso le 15 fino alle 17 ci sono dei groppi di vento importanti: appena l'anemometro sale sopra i 15 nodi su una previsione di 10, in un attimo ci si trova con 25 o più e mare formato; poi si acquieta.
Io non mi sono ancora allineato al ritmo tranquillo..sembra che alla mattina, invece delle vitamine, prenda delle pillole di duracell rinforzate al plutonio.. non mi fermo un secondo... Momi invece è molto più rilassata: sembra che non sia mai scesa dal Jonathan da quando c'è.
... continua..
Siamo l'unica barca alla fonda e la spiaggia è raggiungibile via terra solo con fuoristrada = pochissima gente ieri che era sabato.
L'acqua è talmente bella ci aspettiamo da un momento all'altro di vedere qualche pesce tropicale nuotarci attorno.
L'atterraggio non è stato facilissimo perchè non ci sono carte dettagliate e dal satellite risultava uno spazio utile relativamente ridotto da scogli sommersi, ma Momi è stata bravissima ad individuare i punto giusto.
Abbiamo notato che, nonostante le previsioni che consultiamo siano affidabili, in questa zona, verso le 15 fino alle 17 ci sono dei groppi di vento importanti: appena l'anemometro sale sopra i 15 nodi su una previsione di 10, in un attimo ci si trova con 25 o più e mare formato; poi si acquieta.
Io non mi sono ancora allineato al ritmo tranquillo..sembra che alla mattina, invece delle vitamine, prenda delle pillole di duracell rinforzate al plutonio.. non mi fermo un secondo... Momi invece è molto più rilassata: sembra che non sia mai scesa dal Jonathan da quando c'è.
sabato 7 luglio 2012
Prima fonda
Ieri prima giornata di navigazione e direi che il vento è stato benevolo. Per tutto il tratto fino a Capo Carbonara un traverso a 10 nodi di media e poi un gran lasco appena abbiamo accostato per nord, tanto che il fiocco era fin troppo piccolo per raccoglierlo tutto quanto.
In totale 35 miglia a 7 nodi di media e alla fonda Cala Sinzias che risultava la più ridossata per il ponente.
Poche barche e cala spettacolare, una dormita coi fiocchi! Ci vorranno ancora un pò di giorni per prendere il ritmo del mare..
Questa Cala ha un unico difetto: troppe mosche, ma tante sul serio, probabilmente geneticamente modificate xkà nessun insetticida ha avuto successo..
Una cosa ci ha stupito, a parte che nessuna barca che c'era e quella che hanno passato la notte qui, oltre a non aver issato il pallone obbligatorio in quanto alla fonda, ha acceso la luce notturna... direi abbastanza inscoscente e pericoloso per loro e per chi, nel caso, avesse effettuato un atterraggio notturno.
Ora si sale ancora, poche miglia oggi, giusto per doppiare Capo Ferrato fermarci in baia da quelle parti.
In totale 35 miglia a 7 nodi di media e alla fonda Cala Sinzias che risultava la più ridossata per il ponente.
Poche barche e cala spettacolare, una dormita coi fiocchi! Ci vorranno ancora un pò di giorni per prendere il ritmo del mare..
Questa Cala ha un unico difetto: troppe mosche, ma tante sul serio, probabilmente geneticamente modificate xkà nessun insetticida ha avuto successo..
Una cosa ci ha stupito, a parte che nessuna barca che c'era e quella che hanno passato la notte qui, oltre a non aver issato il pallone obbligatorio in quanto alla fonda, ha acceso la luce notturna... direi abbastanza inscoscente e pericoloso per loro e per chi, nel caso, avesse effettuato un atterraggio notturno.
Ora si sale ancora, poche miglia oggi, giusto per doppiare Capo Ferrato fermarci in baia da quelle parti.
mercoledì 4 luglio 2012
Pronti
Il bunker è stato fatto, le taniche di riserva nel gavone - 80 litri - del gasolio migliore sul mercato (di sicuro, visto il prezzo al litro..)
I serbatoi d'acqua son pieni: 400 litri dovrebbero bastare per un pò e poi via col dissalatore..
la cambusa è rifornita come se dovessimo non scendere a terra per mesi, ma di sicuro non sarà così.
Le previsioni sembrano buone per una partenza tra domani e dopodomani; dovremmo avere brezza da SE per cui dovremmo navigare al lasco fino alla prima cala.
Il fronte freddo in arrivo dall'atlantico No dovrebbe ruotare verso il nord Europa seguendo la rotazione antioraria e lasciando l'alta pressione stabile sul Mediterraneo
Isoterme e isopsie sono abbastanza parallele nella nostra zona, per cui tempo previsto senza grossi mutamenti
....ma sono sempre previsioni...
I serbatoi d'acqua son pieni: 400 litri dovrebbero bastare per un pò e poi via col dissalatore..
la cambusa è rifornita come se dovessimo non scendere a terra per mesi, ma di sicuro non sarà così.
Le previsioni sembrano buone per una partenza tra domani e dopodomani; dovremmo avere brezza da SE per cui dovremmo navigare al lasco fino alla prima cala.
Il fronte freddo in arrivo dall'atlantico No dovrebbe ruotare verso il nord Europa seguendo la rotazione antioraria e lasciando l'alta pressione stabile sul Mediterraneo
Isoterme e isopsie sono abbastanza parallele nella nostra zona, per cui tempo previsto senza grossi mutamenti
sabato 30 giugno 2012
Manca poco
Siamo quasi pronti, finalmente dopo l'inverno passato a fare tutti quei piccoli e grandi lavori che il Jonathan necessitava per essere come noi lo desideriamo, è ora a buon punto e pronto per salpare verso due mesi di pace, mare e vento.
Come dicono tutti quelli che si dedicano alla propria barca: se uno aspetta di aver tutto, fatto tutto ed essere 'a posto', mai partirà.
Quest'anno abbiamo privilegiato i lavori primari come l'armo a cutter per essere pronti anche a vento meno tranquillo, il freno del boma e la manutenzione della carena e del ponte.
Ultimo intervento: la luce di fonda a led che era l'ultima luce che ancora non era stata sostituita: una bella salita in cima all'albero di 24 metri.
Ora, Nettuno volendo ed Eolo permettendo, la settimana prossima molliamo gli ormeggi dalla Marina che ci ospita:
Come dicono tutti quelli che si dedicano alla propria barca: se uno aspetta di aver tutto, fatto tutto ed essere 'a posto', mai partirà.
Quest'anno abbiamo privilegiato i lavori primari come l'armo a cutter per essere pronti anche a vento meno tranquillo, il freno del boma e la manutenzione della carena e del ponte.
Ultimo intervento: la luce di fonda a led che era l'ultima luce che ancora non era stata sostituita: una bella salita in cima all'albero di 24 metri.
Ora, Nettuno volendo ed Eolo permettendo, la settimana prossima molliamo gli ormeggi dalla Marina che ci ospita:
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