giovedì 25 luglio 2013

Una rotta sbagliata

Ci eravamo persi, tutti a correre, ad accumulare miglia per arrivare prima, per farne 'tante' per vedere il più possibile come se dovessimo timbrare il controllo orario di una gara... ci ha pensato il mare, uno scoglio e la meravigliosa gente di Iraklion. Ci hanno riportato nella dimensione nella quale stavamo bene e che, non sò per quale motivo, avevamo lasciato in preda ad ansie e fretta.
La sosta ad Iraklion, dovuta ad uno spiacevole, non grave, ma scocciante incidente, ci ha fatto riflettere sulle motivazioni del nostro voler vivere in barca.
Nessuna fretta, aspettando il vento, conoscere posti e gente. Un luogo non lo conosci se ti fermi due o tre giorni, la gente ti vede solo come un 'turista', mai sarai sincronizzato con la loro lunghezza d'onda. Ad Iraklion neanche dovevamo passarci, al limite una o due notti ed invece... ora che il Jonathan è in acqua già da un pò, ci spiace dover pensare di lasciare questo meraviglioso porto veneziano, questa gente che passa davanti a noi e ci chiede come va, di chi ci lascia una bottiglia in pozzetto senza nessun biglietto e chi ti offre macchina e casa per rifugiarti quando non puoi stare a bordo.

Abbiamo abbattuto il muro, siamo riusciti ad evadere dall'area turistica, siamo insieme a loro, nei loro ristoranti, nei loro bar e nei loro ritmi, nei loro problemi. Divertenti sono le domeniche, sembra che anche i turisti siano scomparsi, non c'è nessuno in giro; il pomeriggio tutti a far la siesta. Il market che si tiene una volta all'anno ci regala sapori degli anni '70, i bar pieni di ragazzi e ragazze 'normali' come non se ne vedono nelle città italiane, non se la tirano, pochi superalcolici e tanta bella gente, il ristorante galleggiante che si ormeggia vicino a noi ci viene anticipato dall'altoparlante del rimorchiatore di Spiros che rieccheggia nel porto col nostro nome..adesso capiamo tante cose.
Il Jonathan salperà da qui a malincuore; abbiamo individuato una finestra temporale di tre giorni e ce ne andremo, ma faremo tutto il possibile per non recidere questo legame.
Salperemo, si, oramai siamo in pieno meltemi e, quest'anno, a detta di chi vive qui il mare per lavoro, è abbastanza cattivello; non cala nenache di notte e ci regala onde importanti nel mare che ci aspetta. Già ne avevamo avuto il sentore nella traversata da Kythira a Creta: 25 nodi e onde da 3 metri, qui è uguale: un fetch notevole alza onde che tutti i testi definiscono le più alte del Mediterraneo e a vederle dai frangiflutti direi che hanno ragione..imbarazzanti. Un velista che ha interpretato bene in nostro stato d'animo ci ha detto: "Avete fretta?" abbiamo aspettato ed ora sembra darci buona per la rotta che vogliamo seguire.


martedì 23 luglio 2013

girovagando l'isola

 Volevo visitare per bene quest'isola, ma non pensavo per un mese intero!




E' bella aspra e sincera, le sue città sono tutte e quattro nella parte nord, come anche i suoi porti, è un isola veneziana, tutto il turismo si concentra sui resti micenei e sulla Serenissima, arabi e turchi sembra non abbiano lasciato nulla anche se dopo un po' ti accorgi che:


 il caffè greco è quello turco, il loro occhio blu portafortuna altro non è che il famoso “occhio di satana” simbolo di Istambul e se capita di accendere la radio, è facile chiedersi da che parte di mare ci si trova!
Dopo la bellissima Chania abbiamo navigato fino a Rethimno, ormeggiati 



nell'unico posto possibile per il Jonah: all'inglese appena sotto il faro rosso dell'entrata ma con acqua ed elettricità.
Da quì abbiamo affittato un auto siamo andati a Matala che ancora oggi vive sulla memoria degli Hippy


che ci andavano agli inizi degli anni'60, tutto qui gira intorno al peace&love è buffo vedere ragazzi di vent'anni atteggiarsi a figli dei fiori quando quasi sicuramente non sanno cosa sia “Sulla Strada” non hanno mai sentito nominare Ginsberg


né tanto meno Ferlinghetti, ma tant'è, il consumismo s'è mangiato pure questa storia.....
A Iraklion ancora oggi l'unico porto/marina è quello veneziano colmo delle barche del posto, bello bellissimo, ma piccolo e impossibile per il Jonathan con il suo



pescaggio importante, c'è un solo posticino dove il fondo è di 3 metri e calcolando le maree è meglio non considerarlo, peccato perchè è la più grande città di Creta e il passaggio di barche a vela potrebbe incrementare l'economia del posto.
In realtà appena fuori



dal porticciolo c'è il grosso bacino commerciale dove attraccano i traghetti le navi da crocera e i cargo e dove sono ormeggiati i due rimorchiatori di Spyros, perpendicolare a quell'ultimo molo ci si può ormeggiare alla turca o all'inglese ci sono tre colonnine per acqua



ed elettricità ma son posti di passaggio e bisogna saperlo perchè non sono segnalati nemmeno sull'Elias. Dal porto partono le mura che proteggevano Iraklion il cui centro è costituito dalla loggia veneziana e la sua piazza con la fontana del Morosini che purtroppo


non è in funzione, ma è incredibile come anche solo due costruzioni siano in grado di farti voltare per cercare il canale......
Il museo va visitato di sicuro, è molto bello e ci sono alcuni pezzi di assoluta perfezione, vasi in cristallo di rocca gioielli oro e pietre da far 



impallidire qualunque gioielliere attuale, mi fa sempre pensare come risultino grossolani i resti romani al confronto di tante altre civiltà più antiche.
Abbiamo ovviamente visitato Festo e Knosso, il fascino è enorme, sopratutto nel rendersi conto che queste popolazioni sono vissute senza aver bisogno di fortificazioni, nulla fa pensare all'uso di armi o alla violenza, mentre tutto di questi posti parla di una raffinatezza estrema di gioco e armonia. Vanno visti ma di mattina presto perché il sole è implacabile altrimenti!
Da Iraklion partono bus per ovunque sull'isola,

sono comodissimi, con uno di questi siamo andati a visitare Agios Nicholaos. Il marina è il più attrezzato e ben tenuto di tutta l'isola, c'è un travel lift e un piccolo cantiere. La cittadina abbraccia il suo cuore che è un laghetto profondo 64 metri, tutt'intorno verdissimo e il ponticello d'accesso spiega 

perchè ci sono ormeggiati solo piccoli natanti. Il museo era chiuso per cui abbiamo passeggiato per la cittadina, moderna e ordinata, ventosissima, con una storia da raccontare all'interno di una casa, una galleria d'arte, entrata gratuita, artista in loco, una donna. Brava, molto brava, mi spiega le sue tecniche io l'ascolto distratta perchè “vedo” i suoi quadri, mi fanno sognare portandomi in un'altra vita, la sensazione di avere un pezzo di puzzle in più, restituisce la coscienza dell'incompleto, e mi ricorda quanta strada devo ancora fare, così arriva il tempo di tornare sul Jonathan e riprendere il viaggio.




 




sabato 6 luglio 2013

Spyros, il Minotauro e la Minos Shipping Co.

Fin da piccolo, mentre attraversava il porto per andare a scuola, si perdeva ad osservare  i pescherecci e le ultime barche a vapore che arrivavano qui nel porto di Iraklion, tant'è che la maestra leggendo i suoi scritti chiese a sua madre se non c'era nessun marinaio in famiglia.
Spyros, tutta la vita in mare, non può star senza. Ingeniere di macchina e ora Capitano dei rimorchiatori qui al porto, uno al comando di suo figlio Jannis.
Da quasi trenta anni, ogni giorno sale a bordo del suo preferito anche se non deve mollare gli ormeggi, quello che comanda e quello che ama. Un Plumgarth del 1960: 29 metri comperato in Inghilterra e portato qui a Creta, robuste lastre d'acciaio da 12 millimetri racchiudono un cuore a otto cilindri turbo a cui non è mai stato necessario neanche cambiare le fasce dei pistoni.
Lui è sempre li, che lo lucida e lo coccola; si illumina quando gli chiediamo una visita e ci fa da cicerone raccontandoci la storia anche della singola valvola dell'olio.
Spyros è una persona che non è facile incontrare, si merita un post tutto per se.
Lo abbiamo conosciuto nella baia di Dia da dove ha portato il Jonathan fino in porto dopo il colpo al timone e da allora è stato il nostro angelo custode e la divina provvidenza perché, se non fosse stato per lui, saremmo ancora in attesa di alare.

Il suo amore per il mare sprizza in tutta la sua energia, la sua ospitalità è quella Cretese: praticamente ci adotta, ci offre al sua casa per stare, ci fa da tramite per tutte le pratiche di alaggio, trova chi ci presta l'invaso più adatto e poi lo adatta ancora, requisisce il 'gruista' più bravo - quello che ala anche la sua cara barca a vela - suo figlio e tutti i suoi marinai sono lì a darci una mano durante l'alaggio (vietato dare loro la mancia) e ci porta a pranzo e a cena innumerevoli volte senza lasciarci mai ricambiare.
Ci presenta sua moglie, i suoi due figli che lavorano con lui e ci racconta del suo lavoro. Siamo senza parole.
Va in visibilio quando gli proponiamo un servizio fotografico per il suo Minotauros, lo ama proprio: altro giro con lo straccetto in mano così ne approfitta per una ulteriore lucidatina.
Grazie a Spyros conosciamo ed 'usufruiamo' di persone che mai saremo stati in grado di trovare: Manolis il meccanico che ci 'allinea' il barbotin,
Gregoris che ci ripara il timone e da una sistemata al bulbo anch'esso sbeccato: metodico, professionale, capace, col suo van superattrezzato tipo il gonnellino di EtaBeta.
Ora capiamo perché i Cretesi si definiscono tali e non 'Greci': un'altra faccia della stessa razza.