...è
una linea retta. Peccato che in barca a vela, anche se in mare non ci
sono file ai caselli, ZTL, semafori, rotatorie e ore di punta, questa
legge è molto aleatoria.
Il sole sorge da Est... |
Le
miglia che ci separavano da Pylos erano 300 e sono diventate 340.
Questo
post è dedicato a questa traversata, dell'arrivo in Grecia e di
tutto il resto se ne parlerà dal prossimo post; non me ne vogliano i
naviganti se alcune terminologie saranno spiegate o collegate a
spiegazioni per chi non le conosce e che potrebbe trovare stucchevole
e supponente tutto il racconto (magari poi si appassionano: la
terminologia marinara è veramente affascinante).
Allora...arrivati
a Siracusa dopo circa 390 miglia di navigazione costiera ed
impazienti di portare finalmente il Jonathan in acque elleniche,
decidiamo che faremo rotta direttamente su Pylos: praticamente in
linea retta (circa 50' più a sud) verso Est, ma c'è voluta quasi
una settimana prima di avere una “finestra” temporale nella quale
le condizioni meteo marine fossero favorevoli e che Eolo e Nettuno ci
dessero il benestare. Ogni giorno, abbiamo studiato le carte meteo,
più che le classiche previsioni del vento noi utilizziamo le carte
che danno la situazione e l'evolversi previsione in quota anche su
aree più estese di quella di interesse. In questo modo si tenta di
capire l'evolversi di quello che attualmente c'è scritto sulle carte
al livello del mare (quelle che in genere mostrano dopo il
telegiornale).
In questo periodo più che mai le depressioni che
arrivano dal nord litigano per la supremazia in questa fascia con le
alte pressioni che provengono da sud. Conseguenza è una forte
instabilità, di difficile previsione con venti e mari sempre in
variazione. Noi abbiamo bisogno di una previsione favorevole di
almeno tre giorni. Viene individuata una finestra tra venerdì e
domenica più stabile della prima di mercoledì e giovedì che si
muoveva ancora troppo velocemente; siccome non abbiamo la benché
minima intenzione di trovarci in mezzo al mare con cinque metri di
onda e 35 nodi di vento, optiamo per il venerdì anche se il vento
sarà per tratti contrario e deboluccio, a secondo se l'alta
pressione ci seguirà o ci starà davanti; altrimenti si doveva
rimanere ancora del tempo ad aspettare. Si parte venerdì facendo
inorridire gli scaramantici: non si parte il venerdì, poi il 17...
Dal
diario ufficiale del Jonathan: ore 08:45 UTC (10:45 locale) molliamo
gli ormeggi con rotta zero nove zero.
Inutile
fare i gradassi, trecento miglia di mare, per noi, non sono poche e
l'ansia c'è. Usciti in mare troviamo subito una bell'onda di
quasi quattro metri e contraria rispetto al vento: rimasuglio della
'sburianata' di 35 nodi del giorno prima che ha imperversato appena
fuori da Siracusa. Vele e via, vento sui 12/15 nodi. Mano a mano che
la costa dietro di noi scompare e rimane solo il mare ed il cielo, la
nostra ansia scompare lasciando il posto ad un senso di profonda
tranquillità e pace; tutto prende un ritmo diverso, in sintonia con
il movimento del Jonathan che avanza al piccolo trotto. Anche le onde
diventano meno aggressive anche se rimangono su i tre metri di media, diventano lunghe e
sonnacchiose come se si riposassero dalle fatiche del giorno prima.
Sicuramente questa onda alta e lunga avrà fatto venire in mente al
Jonah quella dell'oceano che lui conosce bene e a noi, rimasti in
silenzio e rapiti, accentua il desiderio di solcarla al più presto.
Dieci
nodi sono la minima velocità del vento che il Jonathan si degna di
considerare consolandoci con una media di 6,5 nodi. Abbiamo calcolato
che non possiamo scendere sotto i sei nodi di media per arrivare
a Pylos prima della termica .
Al
tramonto, sotto un cielo velato, il vento non sale oltre dieci nodi e
il Jonathan si impunta come un mulo. Considerato che comunque di notte si riduce sempre la velatura per sicurezza, si decide di
ricorrere all'arma segreta: Brontolo (il motore).
"Night Mode" |
Due ore
di quarta in mezzo alla foschia e col brontolio del motore non sono
certo quelle adrenaliniche passate durante la scorsa traversata. Una
coppia di rondinelle, non lo stormo scagazzante della volta scorsa,
chiede asilo al tollerante Jonathan scegliendo la camera con vista
appallottolandosi nell'easy bag (la sacca che copre la randa).
Durante il mio ultimo turno l'allarme del radar mi riscuote da pensieri e fantasie; in quel momento sono in pozzetto e mi guardo attorno non scorgendo nulla, tranne la foschia. Parte anche l'allarme collisione oltre a quello di guardia, scendo in quadrato e vedo un bersaglio “grossino” sullo schermo è diretto verso di noi. Controllo i dati che mi propone e noto una velocità di 24 nodi: però. Risalgo in pozzetto, accendo il ripetitore esterno e inforco il binocolo; dalla foschia emerge una enorme petroliera alla nostra sinistra di cui vedo il fanale verde di dritta (destra) del suo scafo, molto veloce direi e grossa quanto una nave osservata da una barca di sedici metri possa sembrare...
Questa era all'ancora vicino a Siracusa, ma era simile |
Siccome
non ho nessuna intenzione di spalmare il Jonathan sullo scafo di
qualche fantastilione di tonnellate di acciaio lanciate a velocità
curvatura, mi appropinquo al timone per una manovra evasiva con
quell'incedere tipico di chi si dirige alla toilette in preda ad un
attacco di caghetta fulminante. Tempo un quarto d'ora e la bestia era
già scomparsa nella nebbia; e chi ha più sonno ora?
Seconda
mattina, venticello appena sopra i dieci nodi: si va a vela! Una
volta zittito brontolo, il silenzio e la magia ritorna come per
incanto. Problemino: dieci, quindici nodi sì, ma di bolina, cioè
'contro' ci costringono a bordeggiare andando a “zig zag” per
poter avanzare. Scegliamo l'andatura (l'angolo) migliore che ci
permetta di non perdere troppa velocità “stringendo” verso il
vento né discostandoci troppo dalla nostra rotta a favore della
velocità. Questo angolo che è la risultante di entrambi i
requisiti, si chiama in gergo VMG (Velocity Made Good).
Poi, con
mooooolta pazienza, cerchiamo di far ragionare il Jonathan che già,
quando ha capito che mettevamo a riva (aprivamo) le vele con quei
pochi refoli, recalcitrava come un cavallo che non vuole essere
sellato.
Marina di Pylos |
Dovete
sapere che il Jonah è pretenzioso e sensibile come la principessa
sul pisello: trova la regolazione perfetta delle vele e lui ti
gratifica subito in modo eclatante.
Con due
lunghi bordi passiamo la giornata tra letture e riposi in attesa
della seconda notte e della stessa noia perché Brontolo ha
sostituito Eolo che è andato a nanna. Altra rondinella ospite e via
fino al mattino; ne approfitto per scrivere queste righe e continuo
fino all'entrata del golfo di Navarino perché ci siamo dimenticati
che è domenica anche per Eolo.
Arrivati |
Bellissima traversata! Avete visto anche un po' di luna? La visibilità notturna com'è stata?
RispondiEliminaCiao Mik! La luna era metà e velata, così come sono stati due giorni velati. Visibilità notturna scarsa data una foschia fastidiosa in aumento verso mattina.
EliminaIn genere < di 3 miglia.
bel racconto! e soprattutto utile! però dal momento che non hai descritto la manovra evasiva per evitare la collisione, provo ad "indovinarla"; hai accostato a sinistra? la petroliera è sfilata alla tua dritta? e Jonathan le è passato a poppa? Ciao, Nicola (Casteddu)
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