lunedì 16 giugno 2014

Il Gioco dell'estate 2014

Anche quest'anno vi proponiamo il gioco dell'estate in barca. Dopo il gioco a squadre 'Caccia all'Ancora' è il momento di presentare qualcosa che si può tranquillamente fare in due, quasi un 'solitario'.

Necessario per il gioco: una barca a vela, un equipaggio di due persone, una baia abbastanza stretta e profonda, un set di cime abbastanza lunghe.

Una volta che vi siete procurati il tutto potete iniziare il gioco delle 'Cime a Terra'.

Ce ne sono di due versioni, presenteremo la più semplice e non vi sarà difficile poi passare a quella successiva.

Casella di inizio: individuare il posto dove buttare l'ancora e fare retro, di solito non si azzecca la distanza giusta e A) finisce la catena e bisogna tornare alla casella precedente, B) si gioca la carta delle probabilità passando a quella successiva.

Casella 'Porta Le Cime'. Questa da la possibilità di ottenere diversi punteggi:

Se si è dimenticato di mettere in chiaro le cime dimenticate nel gavone -1
Se il canotto non è stato messo in acqua precedentemente, per cui è ancora rizzato in coperta: -1
Se si decide di raggiungere la riva a nuoto perché oramai la barca comincia ad abbattere: +2

Nel caso che si scelga l'ultima opzione, vivamente sconsigliata a fumatori e a sedentari, si avverte che si può incrementare il punteggio legandosi il capo della cima alla caviglia pensando di essere un rimorchiatore: +3. Questi punti possono essere incassati solo se si raggiunge terra...

Col canotto in acqua si passa la prima cima, fissata alla barca e si rema sino a terra, il motore non si usa perché da 2 punti di penalità e poi si deve sostituire l'elica e la suddetta.

Quando si raggiunge la casella in cui ci si rende conto che a metà strada NON ce la si fa a raggiungere terra perché la cima è troppo corta, si perdono 2 punti e si passa alla fase successiva.
Dalla barca viene giuntata una seconda cima, se neanche con questa riuscite a raggiungere la riva, siete squalificati ed è meglio che andiate nel marina più vicino dotato di trappe e assistenza all'ormeggio.

Mentre state remando con la giunta effettuata, capiterete sicuramente nella casella “NON ce la fate a stendere la cima” che oramai è in acqua per oltre 50 metri ed intanto la barca si è ancora allontanata perché chi è a bordo non da retro per aumentare il livello di difficoltà.

Se, per botta di culo, raggiungete la casella “Attacca la Cima” dovete pescare la carta delle probabilità dove al 99% leggerete: “Il grillo per chiudere la catena intorno al masso vi cadrà in acqua e scomparirà” e a nulla varranno i vostri tentativi a meno che non utilizziate il grillo dell'altra catena che...scomparirà anche quello.

Si prende la carta 'AIUTO': con questa si può urlare una serie di improperi, scomodare qualche santo e recuperare il tutto tornando alla barca senza penalità.

Si carica tutta la cima senza fissarla alla barca, si raggiunge terra e la si fissa a qualcosa che non si muova. Se non c'è, avete il bonus per il club Mediterranè.

Seconda parte: 'Si cerca di riportare la cima alla barca.'

Dalla casella 'Imprevisti' pescate sicuramente la carta “La cima è ingarbugliata di brutto” e avete un tempo limite per sbrogliarla e ri iniziare a remare verso la barca (sempre più lontana).

Ben 5 punti vi verranno tolti quando, mentre mettete in tensione la cima, il nodo di giunzione si scioglie.

Terminata la prima, con la seconda cima si guadagnano pochi punti tranne se questa ha il luogo di fissaggio ben più lontano. Allora i punti aumentano perché le cime da giuntare saranno due e due nodi si scioglieranno, ovviamente in tempi diversi. Si viene squalificati se, per riportarla alla barca, vi aiuterete trainandovi con l'altra cima.

Il gioco finisce quando riuscite a fissare due parabordi di segnalazione alle cime in modo che alla mattina dopo essi saranno scomparsi: - 1 punto se li avvisterete spiaggiati, - 2 se li vedrete legati alle draglie dell'altra barca.

Tutti i punteggi possono essere incrementati nel caso in cui, quando iniziate il gioco, un'altra imbarcazione è già ormeggiata li vicino: più spettatori saranno in coperta a seguire e commentare lo spettacolo più i punti aumenteranno.

Potete, inoltre, giocare l'ultima carta delle Probabilità una volta che avete fissato le cime: “Vediamo come fanno quelli che sono arrivati adesso”. Il punteggio varia a secondo dei commenti che farete dal pozzetto con un aperitivo in mano: 'ma cosa fanno?' 'non si fa così!' 'sono troppo lontani', 'hanno dato poca ancora' 'sarà la loro prima volta' ….

Buon divertimento!

martedì 3 giugno 2014

Qui comincia l'avventura...

E' arrivato il momento in cui, finalmente, molliamo gli ormeggi. Un mese e passa a scalpitare qui in questo marina oramai ci è venuto alla nausea, basta e avanza.

Vista la stagione ancora acerba ci possiamo permettere di fare rotta per visitare le coste a nord est di Marmaris, i venti dal II e III quadrante sono ancora predominanti e ne approfittiamo.


I bello qui è che tutte le baie sono a pochissima distanza, dalle 8 alle 15 miglia, insenature di cui è difficile individuare le entrate che si aprono nell'interno con acque veramente cristalline, non per nulla, parecchie di queste hanno nascosto i pirati che attendevano di piombare su ignare navi dirette ai grandi porti sulla costa.

Abbiamo poco più di un mese, a fine giugno torneremo a Marmaris per fare il controllo finale della tensione del sartiame.

Partiamo già con i corpi sferoidali non saltellanti che vorticano: durante lo stoccaggio invernale, qualche simpaticone si è divertito a fare un taglio su un tubolare del tender con un taglierino.... a poco vale la toppa; comunque perde. I conti li faremo quando torniamo, statene certi, per il momento abbiamo lanciato la maledizione di Alex Drastico.


Primo approdo la baia di Ciflik, ormeggio alla ruota e prime miglia che ci trovano decisamente un pochetto arrugginiti, meno male che abbiamo 10/15 nodi e non 25. Una notte tranquilla, ci sono si charter, ma molto tranquilli e silenziosi per lo più tedeschi. pochi caicchi e pure quelli alle prese con equipaggi privati: i mordi e fuggi giornalieri non sono ancora iniziati.

I ritmi del mare fanno in fretta a tornare, appena fa buio siamo già in cuccetta e all'alba in piedi belli vispi, gli orologi non li usiamo (tranne per il giornale di bordo).


Seguendo quello che è il nostro standard: partire presto, veleggiare e arrivare a destinazione, se le miglia lo permettono, nell'orario in cui chi doveva andarsene è già andato e chi deve arrivare non lo è ancora, ci spostiamo nella bellissima baia di Serge ancorandoci (per la seconda volta nella nostra vita) con cime a terra: operazione che viene svolta quasi da manuale, tranne che vado a nuoto invece di aver preventivamente messo il canotto in acqua...non ho più l'età per queste cose...

Scegliamo il lato lontano da due ristoranti in questa baia dalla forma strana, un acqua mozzafiato e un fondo notevole. Abituati l'anno scorso dove uscivamo sempre sconfitti dai bassi fondali, qui ci sono 5 metri appena fai un passo dalla riva e, guardando sul portolano, la situazione si ripete abbastanza costantemente.

Due giorni nel più completo silenzio, interrotto dal belare di un po' di capre selvatiche e il ragliare di un mulo che verso sera scendono sulla spiaggetta a far due passi. Nessuna luce artificiale, stelle a iosa e naso all'insù.


La baia appena dopo, Buzu Buku, invece, da molto respiro e un forte diroccato fa da guardia all'ingresso di un ampio spazio con tre ristoranti e spazi per mettersi alla ruota. Noi scegliamo la 'botta di vita' ancorandoci al moletto del primo - Alì Babà - che ci avrà come ospiti per due sere servendoci pesce fresco ad un prezzo ragionevole (i 40 ladroni forse hanno il ristorante più avanti): è la prima cena a base di pesce da tempo immemorabile, forse luglio scorso ad Iraklion.


Facciamo conoscenza con Karin e Henrik, svedesi, proprietari di un Ovni nuovo quasi di pacca, ci scambiamo le visite e - finalmente - abbiamo la possibilità di vedere bene questa barca che ci affascina non poco. Loro navigano da tantissimo, prima dell'Ovni avevano una piccola barca con cui si sono sparati zone di mare come Scozia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Irlanda dove, tra maree, piogge e venti hanno accumulato una bella esperienza per poi scendere fino in Turchia nel loro errare tranquillo. Sono itineranti e, saggiamente, ora che qui viene il supercaldo e il meltemi, se ne tornano un paio di mesetti a casa.

La sera prima di salpare, ordiniamo una pagnotta di pane fatto nel forno del ristorantino.. cosa si vuole di più?


Saltiamo a piè pari il golfo di Yesilova e veleggiamo per una quindicina di miglia fino alla baia di Dirsek nel golfo di Hisaronu: cime a terra e questa volta ci scordiamo il manuale riuscendo un po' fantozzianamente a sistemare i 70 metri a due massi..tra un nodo di giunzione fatto male, un grillo della catena che continua a perdersi in acqua e un paio di nuotate fuori programma, qualche santo in paradiso chiamato in causa e poi.... relax...la prima notte...all'inizio della seconda, il giro di vento previsto, si affaccia all'entrata della baia, accelerando un pochetto.. e i 25/28 nodi ci tengono e tengono svegli gli equipaggi delle altre tre barche in baia, sino a mezzanotte: Santa Rocna fa il suo dovere.

Pensare che aver 75 metri di catena sia normalmente sufficiente è una deduzione errata da queste parti; ne avessimo 120 sarebbe meglio, stiamo valutando di giungere della cima.

La mattina qui ha un che di magico, oltre alle sempre presenti caprette, un profumo di erba, conifere, muschio mi investe appena esco in pozzetto all'alba: sembra di stare in montagna.


La baia di Selimyie, ampia e altrettanto incantevole, ci da la possibilità di rimpinguare la cambusa di frutta e verdura, ci ormeggiamo al micro pontile con solo venti metri di fondo.  E' un paese di agricoltori con una piccola zona turistica. Dalla vecchina che conta sulle mani quanto gli dobbiamo per la spesa comperiamo frutta maturata sugli alberi (avete letto bene... sugli alberi..non nei containers): ci parla in turco e noi rispondiamo in italiano, non ci capiamo assolutamente, ma fa lo stesso: un sorriso e un grazie ci accomiatano da questo personaggio. Degna di nota una pasticceria che ci assicura le colazioni per i prossimi giorni.



Le previsioni danno in arrivo un f7 con raffiche f10... direi che è meglio avvisare Marti Marina, nella baia di Orhaniye, di tenerci il posto per lunedì e intanto diamo fondo praticamente sull'altra sponda del porto in una "location" ancora più alpina. Finito il temporale, appena la brezza viene da terra, anche qui il profumo delle conifere ci investe come un aereosol: spettacolo ancora più apprezzato dopo le brulle isole che lasciammo l'anno scorso.