Remember that night
White steps in the moonlight
They walked here too
Through empty playground, this ghosts'
town
Childern again, on rusting swing
getting higher
Sharing a dream, on an island, it feel
right...
Scriveva e cantava così un chitarrista
che nel 2006 si fermò a Kastellorizo, rimanendo incantato da questa
ultima propaggine del Dodecaneso a 7 chilometri dalla costa Turca. Ci
fece pure un album da solista; eh si, il chitarrista
di un gruppetto musicale un po' avanti negli anni: I Pink Floyd.
Ho cominciato dal fondo e vado a
ritroso: durante le sette miglia che ci separano da Kas a
Kastellorizo ero abbastanza scettico: troppe persone me ne avevano
decantato la bellezza, l'atmosfera e la magia e, come spesso mi
accade, troppe recensioni positive alla fine poi mi creano una
aspettativa esagerata e rimango deluso. Quando abbiamo dato ancora
nel porto e mi sono potuto guardare intorno...beh... nessuna
delusione, anzi..perfino le tartarughe a darci il benvenuto!
Stiamo alla ruota una notte e poi ci
mettiamo con la poppa in banchina per un altro paio di giorni,
giusto per calarci nella quiete del turismo del luogo: ricco, discreto, che evita la confusione, insomma..non mi sarei stupito di
incrociare Gianni Agnelli all'unico supermarket presente che tastava
le melanzane.
Famoso per l'Oscar di Salvadores col
film Mediterraneo (che ci stiamo rivedendo, ovvio), Kastellorizo ha
tristi storie alle spalle di guerra, di emigranti e di povertà. Ora
è tutta un fiorire di case colorate, nuove e ristrutturate, pulita e
con un profumo di fichi che permea tutti I vicoli; persino I 400
scalini per salire al
In compenso il pesce è 'fresco'...non c'è
altro modo di portarlo a tavola se non si esce a pescare...
A Kas ci siamo arrivati ritornati dal
nostro lento peregrinare verso nord ovest, quando abbiamo fatto rotta
verso sud, anzi sud est lungo la costa Licia. Una bella veleggiata ci
permette di partire da Marmaris e far prua direttamente nel golfo di
Fethyie: una quarantina di miglia come piace a noi fino a Wall Bay,
una delle cale del golfo e ci rendiamo conto che qui, in effetti, ti
ci puoi perdere....starci due settimane e ricominciare da capo: un
numero considerevole di baie e cale, ristorantini e copertura dai
venti dominanti.
Noi, da buoni solitari, evitiamo di usufruire dei moletti dei ristoranti cimentandoci in ormeggi con cime a terra sempre più fantasiosi. La via lattea è la compagna di tutte le nostre notti e, con una bella applicazione sul telefonino, riusciamo ad individuare le costellazioni meno note... che subito si confondono tra la quantità inimmaginabile di stelle presenti e vengono dimenticate sino alla notte successiva.
Una cosa va detta: qui in Turchia le
baie...sono baie. Riparate, protette e sicure; inoltre i fondali sono
al novanta per cento ottimi tenitori, alcuni con alghe, ma, appena
l'ancora fa presa, non la schiodi più. Al limite il problema sono i
fondali: 75 metri di catena non sono a volte sufficienti, meglio
averne più di un centinaio tra catena e tessile. Dar Fondo in 15 o 20 metri è
abbastanza normale.
Tra Fethyie e il paese davanti a
Kastellorizo – Kas – c'e solo un posto dove fermarci: Kalkan, nel
fondo della baia a cinquanta miglia SE e per arrivarci si passa un
tratto abbastanza impengativo con il meltemi: i sette capi che hanno
corrente contraria (=mare incasinato) e poi una lunga spiaggia di
sabbia con un fondale basso dove il mare si incasina ancora di più.
Arriviamo sino a Kalkan con l'idea di metterci in rada, ma
quest'anno anche qui il vento non è proprio in linea con le pilot
chart e un sud ovest genera una risacca che ci fa ben decidere di
'provare' il porto.
Bene, se qualcuno di voi ha letto il
nostro articolo dell'anno scorso “Il gioco dell'ancora” è avvantaggiato, mentre noi, che pensavamo di aver visto il massimo a
Kos, rimaniamo basiti quando alle cinque pomeridiane si forma una
fila di golette turistiche di tutte le dimensioni che, fregandosene bellamente delle vele ormeggiate sulla sinistra, calano a raffica nastrate di ancore e catene ad una spanna dai nostri musoni. Siamo
tranquilli, da qui non ci schioda neanche l'uragano Katrina... Sulla rotta di ritorno ci fermiamo invece in una baia di fianco visto che il vento è da
est / nord est, acqua splendida per un paio di bagni prima della
risalita di altre 55 miglia fino a Goceck dove dei nostri amici
saliranno a bordo per godersi il Jonathan e la vacanza.
p.s. i luoghi citati li potete vedere cliccando sulla mappa.
Un grazie particolare a: Clauido Tilesi, Massimo Vecchietti e Ignazio Accinni per le dritte che ci hanno permesso una navigazione tranquilla e serena.