Vien
da ridere, se neanche un anno fa ci avessero apostrofato con un
'cazza la randa!' sicuramente avremmo pensato ad un insulto.
Ed
eccoci qui, anzi, eccoci nei mesi della entrante primavera del 2011 a
pianificare una rotta 'papabile' per portare la nostra casa da
Trieste a Cagliari.
La
prima cosa anzitutto è stata la preparazione dei – eufemismo –
bagagli: il Jonathan era vuoto, appena rimesso in acqua e necessitava
di essere riattrezzato. Non sapevamo a cosa andavamo incontro!
Per
gradi: arriviamo a San Giorgio di Nogaro ed abbiamo una settimana per
sistemare dai vestiti alle cime, passando per i giri di bussola e il
test delle vele.
Finalmente
arriva il giorno 6 luglio: Monica, io, il Comandante (amico e
istruttore di grande spessore) che ci porterà per mano fino a
Cagliari, molliamo le cime senza girarci indietro. Si comincia.
Visto
che avevamo un allievo fino ad Ancona, decidiamo di far rotta verso
la Slovenia e Croazia in quanto abbiamo difficoltà a trovare il
fondale necessario per il Jonathan dalla parte Italiana e che la
prima parte del viaggio non è così interessante come la seconda.
Allora
rotta verso Novigrad, un attimo anche perchè il Jonathan è veloce
come un catamarano. Atterriamo al porto dove c'è solo posto alla
boa...... e qui si inizia a ridere.
Mettiamo
in acqua il tender (d'ora in poi chiamato 'PINOLO') e lo equipaggiamo
col suo bel motore fuoribordo...di cui nessuno sapeva nulla oltre che
era nuovo.
Io,
preso da un impeto di orgoglio, visto che il Comandante ne sa mille
volte più di noi su barche e vele, mi autonomino 'comandante del
pinolo'.
Leggo
il libretto del motore, si monta e si va a riva a sbrigar le pratiche
doganali.
Al
momento di rientrare il motore (d'ora in poi chiamato 'FURRFURR') si
rifiuta nel modo più assoluto di accendersi.
'sarà
ingolfato' penso, peccato che sia i remi che la chiave della candela
fossero rimaste a bordo del Jonathan.
Misero
ed umiliante rientro trainati da un altro gommone con la 'rimanenza'
dell'equipaggio che scattava foto e rideva..
Poi
scopro che nella veloce lettura del manuale avevo confuso la
posizione del rubinetto della benzina e...finita qualla nella
cannuccia, col rubinetto chiuso non si sarebbe mai e poi mai rimesso
in moto.
Nel
frattempo Monica e Francesco, rimasti a bordo, sventano una
collisione con un pivello francese in panne che, preso dal panico,
invece di usare il timone, si dirigeva verso il Jonathan senza
manovrare.
'Bell'inizio'
penso tra me e me..
Serata
in paese e il giorno dopo rotta verso Rovigno dove attracchiamo l'8
luglio dopo una bella veleggiata, ci aspetta ancora Lucino da dove
poi traverseremo per Ancona.
Anche
a Rovigno un ormeggio – ne avvessimo trovato uno uguale in tutto il
viaggio – di misura tra due barche dove io e Monica eravamo
convinti che non ci stava neanche un pedalò.
Cosa
particolare che durante la prima metà del viaggio in ogni porto
c'era festa e fuochi artificiali, una notevole quantità di gente
turista e pochissimi ausili a chi naviga (carte nautiche, accessori,
e quant'altro)
In
effetti, considerato che il Jonathan era stato appena riassemblato,
la mia compagna di viaggio non è stata Monica, ma la 'CASSETTA DEGLI
ATTREZZI' con cui abbiamo serrato, cambiato e aggiustato di tutto e
di più (compreso il bullone della trozza dell'albero...)
Il
10 luglio, con gennaker, arriviamo ad Ancona dove sbarchiamo
Francesco.
Fin'ora
si impara e si fa pratica, ci aspetta il 12 luglio San Benedetto del
Tronto tra 52 miglia. Peccato che il mare è disseminato di
allevamenti di mitili non segnalati e ci costringe ad una vedetta
supplementare. Non osiamo immaginare, anzi: impossibile farla in
notturna!
Ora
si va ad Ortona dove un nuovo membro dell'equipaggio ci aspetta:
Antonio, che si tratterà con noi più a lungo del previso...non
voleva più scendere!
Ora
si veleggia, finlmente! arrivati a Termoli il 14, rimettiamo in acqua
Pinolo e furrfurr per andare a cena al ristorante.
Il
motore non riparte per tornare a bordo, ach.. ancora! Il rubinetto è
aperto (meno male che ci sono i remi..) ma nulla da fare.
Quasi
all'arrivo in rada dove eravamo mi accorgo (bel Comandante che sono)
che non avevo re inserito lo spinotto di sicurezza del motore.... no
comment.
Poi
i porti si susseguono: Vieste, Trani, Bari (sosta tecnica per
aggiustare la randa) e Monopoli.
Il
18 luglio, in navigazione verso Otranto peschiamo – finalmente - un
tonno! La canna è stata filata praticamente sempre, ma solo 'pesci
bustadiplastica'..non commestibili.
La
prima vera 'botta' la prendiamo attraversando il golfo di Squillace,
pensavamo durante il canale d'Otranto che invece è stato tranquillo.
Come
dice il detto 'Il Golfo di Squillace il Marinaio non lascia in pace'
ci becchiamo la prima burrasca col Jonathan.
Il
21 luglio con burrasca forza 8 ci troviamo a testare veramente la
nostra casa.
Tanto
detto e tanto assicurati, ma vi garantisco che Monica ed io abbiamo
passato 8 ore a quardare sartiame e vele.
Che
dire: Grazie Comandante. Vero e proprio insegnante e psicologo:
nessuna paura e nessun problema; si è fatto un c..lo che lui solo sa
a tenere il timone, 12 nodi ed oltre di velocità, 3 mani di
terzaroli e fiocchetto simile ad uno Yankee/tormentina... Grazie,
anzi, complimenti Jonathan! Un cavallo di razza: si è divertito più
di noi, è volato ed è planato, sembrava proprio il gabbiano in
cerca del suo limite che – per fortuna - non ha trovato.
Il
22 ormeggiamo in rada ai giardini di Naxos dopo aver attraversato il
canale di sicilia con Monica al timone e vele spiegate, ma ora appare
il lato oscuro del Jonathan.
Ebbene
si..il Grippiale..denominato Kattivik ovviamente..
Abbiamo
insistito per metterlo e un ancoraggio è durato 2 ore:
Prima
il grippiale si innabissa e finisce nell'elica, al secondo tentativo
si attorciglia e 'autospeda' l'ancora, al terzo, finalmente ci lascia
in pace e sta al suo posto.
Ovviamente
era perchè fino ad ora non era stato considerato e relegato nel
gavone..da qui il suo malumore che si ripresenterà.
Ora
via, perchè il 23 luglio dobbiamo per forza essere attraccati a
Catania per imbarcare un nutrito equipaggio di ben 4 ragazze!
Qui
ci vuole un ringraziamento a Vito, amico del Forum che ci è venuto
incontro col suo 'Fortuna' barca d'epoca bellissima e che ci ha
ospitato nel suo marina.
Arrivano
le 'tipe' .. cena e convenevoli, spiegazione, sicurezza e poi via
verso Siracusa. Veleggiata bella e tranquilla, bagno in rada –
senza grippiale – ed è qui che si arrabbia un'altra volta per
essere rimasto nel gavone.
Due
minuti due e si alza onda e vento, l'ancora si incattivisce e il
Comandante si immerge per spedarla (essendo appunto senza il
grippiale), io ai timone e motore, scogli ad un passo: forse il
momento in cui sono stato più inquieto anche perchè il Jonathan era
inerme e non potevo contare su di lui.
Passato
l'attimo ci ormeggiamo a Siracura (bellissima) e l'indomani, il 25,
le ragazze avrebbero avuto una bella sorpresa.
Porto
di arrivo: Pozzallo, 40 miglia da Siracusa. 8 Ore di navigazione con
burrasca forza 7 eheheh. Oramai Monica, il Comandante ed io sapevamo
cosa era, ma tra le ragazze è sceso il gelo ed il silenzio totale.
Dopo
ci siamo fatte quattro risate e siamo ripartiti per Licata, forse il
porto più bello trovato: Città bellissima, Maestri d'ascia per gli
interventi, personale della marina super gentili.
50
miglia dopo e gennaker, eccoci a Sciacca, penultima tappa. Poi
Marsala ed infine sosta a Favignana dove ci fermiamo per un bagno in
rada e poi ancoriamo al porto alla 'turca' (infatti ci mancava questo
tipo di ormeggio).
Rifornimento,
cena e sistemazione per la traversata il 30 luglio.
Si
parte nel pomeriggio, turni assegnati e cinture di sicurezza a
disposizione per tutti.
Si
naviga in tranquillità e alla mattina dopo siamo oltre metà delle
180 miglia da percorrere in totale con mariti e fidanzati che
aspettano sul molo.
31
luglio 17:33. Fine del viaggio. Tanta esperienza, tanta fatica, tanta
felicità.